3 errori da non fare se sei un blogger

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Nonostante le apparenze, fare il blogger non equivale a creare un blog e pubblicare post

È un po’ come la differenza tra chi gioca a calcio, cercando di dare il massimo per la squadra, e chi guarda la partita dal divano di casa, sciorinando manuali di tattica calcistica come se avesse inventato il gioco del calcio.

Il blogger è un professionista, ovvero una persona in possesso di determinate competenze tecniche e pratiche, che produce contenuti per sé o per i propri clienti con degli obiettivi precisi.

Come in ogni settore, però, c’è modo e modo di fare il professionista, e questo capita anche nel mondo del blogging.

In questo articolo, quindi, voglio elencarti 3 cose che assolutamente NON devi fare se decidi di fare il blogger per professione.

Sei pronto?

NON scrivere come mangi

Sono sincero, non so perché ancora esista questo problema, ma c’è tanta gente che crede che scrivere online sia meno “formale” della scrittura su carta, come se l’immaterialità del formato generi un lasciapassare grammaticale e lessicale.

Non è così, affatto.

Nella tua attività di blogging NON devi scrivere come mangi, in modo confuso, contorto, grammaticalmente errato.

Quello che scrivi deve avere una sua dignità, perché è destinato ad un pubblico che merita rispetto, quindi sforzati di essere professionale.

  • Fai attenzione alla sintassi;
  • Evita frasi troppo lunghe;
  • Utilizza correttamente la punteggiatura;
  • Non sbagliare i congiuntivi (ti vengo a prendere sotto casa);
  • Elimina eventuali anacoluti;
  • Non scrivere frasi ambigue o sconclusionate.

Insomma, non scrivere a membro di segugio, per cortesia.

Se lo fai, non puoi definirti un blogger professionista.

NON scrivere tanto per

Non so se lo sai, ma un recente studio condotto da un team di ricercatori del prestigioso Shimer College di Chicago ha scoperto che NON è affatto necessario pubblicare post quando non hai niente da dire.

Fidati, si tratta della peggiore Università degli Stati Uniti, quindi è attendibile.

Certo, una delle caratteristiche di un buon blogger è la costanza, e siamo d’accordo, ma non serve pubblicare contenuti striminziti, creati solo per rispettare il calendario editoriale, se non sei in grado, in quel momento, di offrire nulla di utile ai tuoi lettori.

In questi casi, è molto più proficuo un lavoro di aggiornamento dei vecchi contenuti, che tra l’altro fa anche bene in un’ottica SEO.

Prendi un articolo ben posizionato, che fa molto traffico, o un evergreen content, e aggiornalo, inserendo altro testo, correggendo delle parti, sostituendo consigli e pratiche ormai desuete, e così via.

Come direbbe il grande Oscar Wilde, “A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio”.

NON condividere il tuo post ovunque

Hai presente quella tattica da rimorchio da sfigati secondo la quale chiedere a 10 ragazze di uscire aumenta le probabilità di ricevere una risposta positiva?

Bene, è una cretinata.

Il calcolo delle probabilità è una scienza complessa, ma ti posso assicurare che allargare il bacino di utenza in modo orizzontale non migliorerà le tue possibilità, né in amore, né nel blogging.

Con questo cosa voglio dire?

Che non devi spammare i tuoi articoli in tutti i luoghi e in tutti i laghi, perché non ti porterà nessun vantaggio degno di nota.

Se ti occupi di food, e pubblichi la tua ricetta in un gruppo su Facebook dedicato al cinema, cosa credi di ottenere?

Te lo dico io:

  • Ti ignorano;
  • Ti riempiono di commenti denigratori, offendendo i valori morali tuoi e di tutta la tua specie;
  • Ti bannano dal gruppo.

Diffondere i propri contenuti è forse più importante della fase di scrittura, quindi seleziona con cura dove e come condividere i post del tuo blog.

Meglio un gruppo con 50 membri profilati, che un gruppo con 10.000 membri ai quali non frega niente del tuo settore.

Conclusioni

Ricordati, il successo di un blog o di un blogger non si misura solo in visite e utenti unici, ma in autorevolezza e fidelizzazione.

Se fai un botto di visite, ma nessuno ti ritiene autorevole, affidabile e competente, e non ritorna ogni volta che pubblichi un nuovo contenuto, allora puoi ritenere il tuo progetto un fallimento.

Perché di blog ce ne sono a milioni, di buoni blog a migliaia, ma i blog dei quali non si può fare a meno sono davvero pochi.

E no, non lo sono diventati perché sono raccomandati, figli di papà con i soldi o ammanicati con la politica.

Lo sono diventati perché sono bravi. Dannatamente bravi.

Fonte: Leevia

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